Sono passati più di 70 giorni di proteste in Bielorussia, i manifestanti continuano ad uscire in piazza a protestare contro il governo che ha rubato i loro voti.
Dal 9 agosto, la data delle elezioni in Bielorussia, i manifestanti pacifici continuano ad uscire in strada in segno di protesta. Lukashenko, l’ultimo dittatore europeo, sul trono da 26 anni, anche quest’anno ha tentato di falsificare l’esito delle elezioni presidenziali.
Dopo essersi sbarazzato dei propri avversari, mettendoli in prigione con delle accuse false, Lukashenko pensava di non avere altri avversari degni di lui, lasciando persino candidarsi alle elezioni, una come lui chiama “casalinga”, moglie del noto blogger Tikhanovskij, che ha presentato la sua candidatura mossa dall’amore verso il proprio marito. Nemmeno Svetlana Tikhanovskaya ci credeva fino in fondo alla sua possibile vittoria, ma è stata sostenuta da altre due donne, anche loro diventate simbolo della protesta: Maria Kolesnikova, responsabile della campagna elettorale di Viktor Babariko, ex candidato alle presidenziali, arrestato con l’accusa di aver preso le tangenti, e Veronika Tsepkalo, moglie sempre dell’ex candidato alle presidenziali Valery Tsepkalo che è stato costretto all’esilio. Cosi è nato il triumvirato di donne come opposizione al regime dittatoriale.
Svetlana Tikhanovskaya, da nubile Svetlana Pilipchuk, ha 38 anni ed è laureata in lingue straniere (inglese e tedesco). All’età di 12 anni ha vissuto per qualche mese in Irlanda grazie al programma “I bambini di Chernobyl”. Dopo è tornata più volte in Irlanda a trovare la famiglia che la ospitava perfezionando sempre di più la lingua inglese. Ha lavorato come interprete e dopo il matrimonio con Serghej Tikhanovskij ha aperto un’attività con il marito. Serghej è stato arrestato 4 mesi fa con l’accusa di istigazione ai disordini di massa, solo perché stava raccogliendo le firme per la campagna elettorale. Svetlana non aveva né esperienza né ambizioni politiche, ma milioni di bielorussi si sono fidati e affidati a lei. Durante la campagna elettorale è stata minacciata più volte, le dicevano che le avrebbero tolto i figli, ma lei grazie alla sua forza d’animo ed il coraggio è andata avanti nella sua battaglia.
Il punto principale della campagna elettorale di Tikhanovskaya era “Se vinco, libero tutti i prigionieri politici e indico subito delle nuove elezioni presidenziali trasparenti a cui potranno presentarsi tutti i candidati”. Lukashenko tuttavia per mezzo dei brogli elettorali è riuscito ad attribuirsi la vittoria con più del 80% dei voti. La sera stessa in cui sono stati noti i risultati delle elezioni, Svetlana Tihanovskaya è stata con la forza deportata in Lituania, la minacciavano dicendo che i suoi figli sarebbero diventati orfani.
La gente che si è vista derubata della libertà di voto, è scesa in piazza in modo pacifico per protestare ma si è trovata davanti alle truppe antisommossa che hanno usato contro i manifestanti granate stordenti, manganelli e armi da fuoco. Non si è mai vista tanta violenza per le strade di Minsk, capitale della Bielorussia. Solo in primi due giorni di manifestazioni sono stati arrestati più di 3000 persone, ora in questi due mesi gli arresti si avvicinano alla soglia di 15000 persone. Sono i 450 casi documentati dall’ONU di torture, soprusi, violenze e stupri che hanno subito le persone. Sono 10 le persone morte per mano delle forze dell’ordine, circa 90 persone sono dichiarate ufficialmente prigionieri politici.
Sotto arresto sono finiti quasi tutti i membri del Consiglio Direttivo, l’organo creato dall’opposizione per il passaggio pacifico del potere, con l’accusa di istigazione ai disordini pubblici. Chi non è finito in prigione è stato forzatamente espatriato. Sono stati arrestati o privati della licenza gli avvocati che difendevano l’opposizione. Sono stati arrestati gli atleti, gli insegnanti, i conduttori televisivi, gli studenti, i politici, gli intellettuali, i preti e addirittura gli anziani pensionati che hanno avuto coraggio di protestare innanzitutto contro la violenza e il sangue che hanno visto scorrere per le vie delle proprie città.
Sono stati tolti gli accrediti ai giornalisti delle testate giornalistiche indipendenti e ai reporter stranieri che raccontavano la verità su ciò che accadeva. Molti giornalisti hanno subito le perquisizioni in casa e il sequestro di tutte le apparecchiature elettroniche, tantissimi sono stati in carcere dai 10 ai 15 giorni.
Per 10 settimane consecutive centinaia di migliaia di persone escono in strada in diversi paesi della Bielorussia manifestando in modo pacifico. In alcuni giorni abbiamo assistito all’escalation della violenza contro i civili, altri giorni le cose sembravano più tranquille. Ad ogni modo gli arresti domenicali non erano mai inferiori a 200 persone. Nelle giornate peggiori la violenza è stata usata anche contro le donne, gli anziani e i minorenni. Nonostante tutte le minacce del governo, come quella di usare le armi per sparare ai manifestanti, la gente esce in strada lo stesso.
Molti bielorussi hanno fatto delle azioni di solidarietà e di coraggio molto importanti: come l’autista del taxi che ha salvato uno studente che scappava dagli agenti, sgommando a tutta velocità come in un film poliziesco, l’insegnante che ha difeso i propri alunni facendosi arrestare al posto loro, oppure la fila interminabile di gente che prendeva il caffè nel bar a cui le forze dell’ordine ( se si possono ancora chiamarsi così) hanno spaccato la vetrata perché dentro si erano nascosti i manifestanti. I bielorussi stanno cercando di aiutarsi l’un l’altro, la solidarietà e l’unione del popolo bielorusso non conosce precedenti. Si cerca di aiutare tutti quelli che perdono la casa o il lavoro per le idee politiche, si viene in tribunale ad assistere in massa alle udienze dei civili arrestati, si creano dei fondi per chi condanna e si dissocia dalle azioni crudeli della polizia e per chi ne è stato vittima.
Noi, i bielorussi delle diaspore in tutto il mondo stiamo cercando in tutti modi di aiutare i nostri connazionali e compatrioti. L’informazione è la prima nostra arma. Dare voce a chi è in prima linea per noi è importantissimo, infatti vi invitiamo a seguire gli avvenimenti che accadono giorno per giorno in lingua italiano sulla nostra pagina Facebook Associazione Bielorussi In Italia “Supolka” oppure in tutte le lingue sul sito www.voiceofbelarus.com.
Per le donazioni a sostegno dei manifestanti contro regime o per delle iniziative che riguardano il popolo bielorusso potete scrivere all’indirizzo di posta elettronica associazione.bielorussi@gmail.com
O.M.
UPD O.D.V. - via Nico D'Alvise 1 - Cittadella (PD) - Tel. +39.049.9400748 - Email: info@unapropostadiversa.it - Cod.Fisc. 90001130286 | Privacy Policy - Cookie Policy
Commenti recenti