Update sulla famiglia siriana: gli incontri del 23 e 30 settembre

Passata l’estate e terminato il periodo di ambientamento, la famiglia siriana inizia a costruirsi una propria routine fatta di studio della lingua italiana e di scuola per 3 dei 4 bambini. Superare il senso di sradicamento nato dal dover lasciare la propria casa per scappare da morte certa non è certo impresa facile; tuttavia, tramite il lavoro della Rete Oltrelemura e dei tanti volontari che si sono offerti di aiutare in vari modi, la famiglia sta iniziando ad adattarsi ad una nuova realtà in maniera serena.

Nelle serate del 23 e 30 settembre si sono tenuti due eventi di presentazione del progetto di accoglienza con il desiderio di fare chiarezza e dipanare eventuali dubbi e perplessità soprattutto da parte della cittadinanza. In entrambe le serate, è stato chiarito innanzitutto il contesto di grave instabilità da cui proviene la famiglia: ancora oggi la città di Idlib, luogo della loro provenienza, risulta infatti essere al centro delle attività belliche del regime siriano, con bombardamenti aerei ed attacchi terrestri che spesso coinvolgono la popolazione civile. Oltre a ciò, è stato brevemente discusso il più ampio contesto geopolitico mediorientale dal punto di vista della grave emergenza umanitaria che il conflitto in Siria ha causato: milioni di profughi siriani in Libano, Giordania e Turchia.   

La serata del 23 ha inoltre visto l’intervento di Rabiah, mediatrice linguistico-culturale di origine siriana nonché consulente per le presenze siriane e le associazioni che seguono le famiglie siriane in Italia. La sua testimonianza è stata preziosa, ricca di contenuti vissuti in prima persona, importante in quanto è riuscita ad esprimere in maniera efficace il travaglio interiore causato dal dover lasciare la propria casa ed i propri affetti per i motivi sopra citati.
Nello specifico, l’evento del 30 settembre ha visto inoltre la presenza di Alberto Capannini, rappresentante dell’Operazione Colomba, il quale ha portato una testimonianza di grande umanità in merito agli eventi in Siria e alla propria esperienza nei campi profughi in Libano. La sua testimonianza è risultata essere molto significativa poiché ha saputo coniugare analisi geopolitica e vera esperienza umana.


Entrambe le serate sono state utili al fine di ribadire il carattere privato dell’iniziativa di accoglienza, vale a dire l’assenza di denaro pubblico per quanto concerne la gestione dei bisogni e delle necessità della famiglia accolta. A questo riguardo, le due serate hanno anche dato la possibilità per manifestazioni d’interesse a collaborare con la Rete Oltrelemura al fine di contribuire dal punto di vista economico, umano e logistico al progetto di accoglienza della famiglia siriana che qui, in Italia, sta concretizzando il sogno di un futuro sereno lontano dalla guerra.   

Davide Zurlo

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