UPD è da 40 anni impegnata nei Paesi in via di sviluppo per incoraggiare una crescita equa e veramente benefica per tutti i membri delle comunità interessate da forti contrasti sociali e difficoltà di carattere alimentare, sanitario ed educativo.
Nel mondo di oggi, fenomeni globali come il cambiamento climatico e il Covid-19 ci impongono di essere in grado di ripensare le nostre società e, soprattutto, le nostre economie. Tuttavia, fino a che punto, profitto personale e giustizia sociale sono conciliabili? Perché sembra sempre più necessario dover scegliere tra etica e consumo? Ambiente e sostenibilità, una sfida ancora per pochi? Queste sono solo alcune delle domande cui è necessario far fronte al fine di garantire uno sviluppo equo e solidale.
Ad oggi, è necessario infatti comprendere come l’economia attuale abbia spesso una propria etica: quella del profitto sopra ogni cosa. È questa in verità l’unica regola che permette di capire come mai nel mondo odierno paesi ricchi di materie prime siano spesso poveri e caratterizzati da forti carenze in ambito alimentari, sanitario ed educativo. L’economia deve tornare ad essere il mezzo che consente alle relazioni di poter prosperare, sradicando quindi i presupposti che generano e rigenerano la povertà.
Molte volte, è anche vero che l’etica funge un po’ da cerotto rispetto ai danni ambientali e alle ineguaglianze che l’economia globale produce in molti Paesi poveri. Ad esempio, a questo proposito, alcune aziende sono state accusate di “greenwashing”, fenomeno che consiste nel dare false impressioni in merito al rispetto dei vincoli ambientali da parte di queste ultime.
In questo caso, il distogliere l’attenzione dei consumatori dai danni ambientali che alcune aziende producono nelle società dove spesso eseguono le lavorazioni a basso costo, può essere considerato un esempio di come un’etica di facciata venga usata per coprire attività che alimentano povertà e divisioni.
E’ facile, dunque, capire come i due ruoli di “cittadino” e “consumatore” diventano un tutt’uno. Combattere per la giustizia sociale e per la democrazia significa essere un consumatore cosciente e attento ai piccoli dettagli.
Enormi realtà si celano dietro alle piccole cose, come ad esempio un’etichetta. Capire la provenienza e il metodo di produzione ci possono portare a preferire alcuni prodotti rispetto ad altri. Questa attenzione può diventare una vera e propria azione che sempre più si sta trasformando in un’azione collettiva. E così riusciremo nel nostro piccole, quotidiano e costante a far conciliare etica ed economia. Perchè, ricordiamoci: il cambiamento inizia da noi, ogni giorno!
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