Il microcredito nasce alla fine degli anni ‘70 in Bangladesh ad opera di Muhammad Yunus, professore di economia presso l’università di Chittagong. Muhammad Yunus iniziò ad operare piccoli prestiti di tasca propria (intorno ai cinque dollari) a soggetti che non erano in grado di accedere ai finanziamenti bancari poiché non erano ritenuti “solvibili”: in altre parole, dal punto di vista della banca questi soggetti non erano in grado di avere garanzie di tipo reale (una casa, un terreno) o garanzie di tipo personale (qualcuno che garantisse per loro in caso non fossero stati in grado di rimborsare un prestito). Da quei primi esperimenti nacque la Grameen Bank. I suoi sforzi furono coronati nel 2006 quando Muhammad Yunus vinse il premio Nobel per la Pace: pronunciò la famosa frase “un giorno i nostri figli andranno nei musei a vedere cos’era la povertà”. Specialmente nei contesti rurali, è stato notato che le persone che beneficiano di questi microcrediti hanno dei tassi di restituzione molto più elevati (intorno al 90%) rispetto a persone già dentro il sistema bancario.
Il microcredito si è poi sviluppato nella microfinanza per inglobare non solo il credito ma anche una serie di servizi finanziari come la gestione del risparmio, l’assicurazione, la previdenza, la telefonia e di tutto ciò che può servire. Ricordiamo che parliamo di persone completamente fuori dal sistema bancario tradizionale.
In Italia e in Europa il microcredito è presente, insieme alla microfinanza, anche se con maggiori difficoltà dato che vi sono già delle società che operano credito al consumo coprendo importi che non superino i 40mila euro. Ad ogni modo, in Italia un esperimento di micro-assistenza è stato il Microcredito di Emergenza della Caritas Diocesana di Vicenza, una forma di aiuto tramite cui famiglie ed individui vedevano concesso loro un prestito (per una rata o le bollette) senza la presenza di garanzie.
La cosa importante è che la parola “credito” è etimologicamente collegata al concetto di fiducia: il dare credito ad una persona implica restituirle la dignità e confidare nella possibilità di potersi costruire un avvenire. Il microcredito è infatti caratterizzato dal fatto di ricevere un prestito sulla fiducia.
UPD sostiene il progetto di microcredito in Rwanda di cui si fa portavoce Lucia Bressan (la quale si reca annualmente nel Paese africano) perché è un progetto di microcredito che permetterà di rinforzare l’economia delle donne povere nelle zone rurali. Il progetto coinvolgerà la Caritas Diocesana della città di Ruhengeri, una città situata nel Nord-Ovest del Paese, precisamente nel distretto di Musanze. Il progetto “100 Settimane” incoraggerà lo sviluppo economico attraverso lo strumento del microcredito: tale modo rivoluzionario contempla il conferimento di 8€ alla settimana direttamente alle donne più povere, per un periodo di 100 settimane.
L’idea di Muhamad Yunus, il professore di economia che ha avviato il microcredito, può essere sintetizzata tramite l’immagine di un bonsai poiché in origine, il seme del bonsai e dell’albero “normale” sono gli stessi: l’unica differenza è che il bonsai ha un ridotto quantitativo di terra su cui crescere, dove invece un albero qualunque ha più spazio a disposizione. Allo stesso modo, nonostante tutte le persone abbiano grandi potenzialità, la disponibilità di risorse finanziarie determinerà il fatto che una persona appartenga una classe più o meno abbiente.
Davide Zurlo
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