Freetown, la città che non conosce silenzio

La città di Freetown è la capitale amministrativa dello stato della Sierra Leone. La città non conosce silenzio, poiché c’è sempre musica o padri e pastori che urlano canti e preghiere. La religione ha infatti un ruolo molto importante in Sierra Leone, dove nella sola Freetown si contano oltre 40 chiese differenti, aventi cerimonie che hanno una durata che varia dalle tre alle quattro ore con un grande coinvolgimento psicologico ed emotivo per coloro che vi partecipano. Ci sono persone che vanno in giro per le strade di freetown su motorini con degli altoparlanti appunto per attirare gente alle chiese di rito locale africano.

Nadia Battilana, volontaria giunta in Sierra Leone, racconta che sono molti i ragazzi e le ragazze che non possono permettersi di studiare. In virtù di ciò assume molta importanza una delle realtà che UPD Onlus sostiene da più tempo nel paese africano, una scuola nella periferia di Freetown, nel sobborgo chiamato Lakka. La scuola è  stata fondata originariamente con l’aiuto di un’altra volontaria, da anni presente in Sierra Leone, Maria Teresa Nardello, la quale tramite la sua incessante opera è riuscita a dare un’istruzione ad un numero considerevole di bambini. 

Andrea Lunardi, fotografo e conoscitore del continente africano, ha da poco visitato un campo profughi a Waterloo, a 30 km dalla capitale Freetown. Il campo raccoglie una grande comunità di persone scappate da varie province del paese ai tempi della feroce guerra civile che per oltre un decennio ha sconvolto la Sierra Leone. La gente nel campo vive in condizioni di grande povertà, in un paese dove 50 euro sono sufficienti a comprare 100 kg di riso e biscotti; in una parte del campo trova spazio la comunità liberiana, in fuga dalle atrocità della guerra civile che negli stessi anni di quella in Sierra Leone ha destabilizzato la Liberia, causando un grande numero di profughi.

La città soffre dei problemi tipici delle realtà urbane africane che negli ultimi anni hanno avuto una crescita esponenziale della popolazione: inquinamento di ampie aree della città, intere zone esposte a degrado sociale e  urbano, slums dove prosperano malattie spaccio di droga. Oltre a ciò, l’epidemia di Ebola ha ulteriormente esacerbato i problemi esistenti nella capitale al punto che ora più che mai le realtà di volontariato che tanto compiono in questa città hanno bisogno di sostegno da parte nostra. 

A Freetown non vi sono molti cinema o teatri e non si tengono molti concerti, chi può beve la birra locale (costo 0,70 centesimi di euro per 33 cl) anche se la stragrande maggioranza della popolazione fa uso di piccole bustine contenenti un potente alcol che causa allucinazioni e perdita di sé. Tre bustine (da circa 10 ml) costano intorno ai 0,20 centesimi di euro, un prezzo già più affrontabile per le tasche dell’abitante medio della Sierra Leone, le bustine causano inoltre euforia e perdita dei sensi anche perché assunte in un contesto dove le temperature solitamente molto alte.   

La città è caratterizzata da un marcato degrado urbano dovuto alla carenza di un efficace sistema di smaltimento dei rifiuti; inoltre, mancando una corretta pianificazione edilizia, a Freetown si registrano decine di slums ed insediamenti non ufficiali dove proliferano le malattie e dove le persono vivono nella più totale indigenza e povertà.

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